Il dott. Maurizio Barracco, Presidente dell’’A.R.I.N – l’ Azienda Risorse Idriche di Napoli, preposta alla costruzione di un impianto alimentato a biomassa per la produzione di energia elettrica da ubicare nel Comune di Casoria - loc. Arpino - con istanza n. 372 del 23/12/2010- ha chiesto un incontro con l’amministrazione comunale sul tema della citata centrale, licenziata con autorizzazione regionale n. 671 del 26/11/2009.
Trattasi di una circostanza davvero singolare: lo scrivente , infatti, ha più volte sollecitato la suddetta società affinché partecipasse alla Conferenza dei Servizi con la presenza di tutti gli Enti ed i soggetti istituzionali coinvolti nel procedimento amministrativo, raccogliendo, purtroppo, il rifiuto secco dell’ARIN, la quale ha eccepito severamente – con note n.. 28934 del 22/11/2010, n. 29320 del 24/11/2010 e n. 32153 del 23/12/2010- che la Conferenza dei Servizi “è stata già espletata e conclusa con provvedimento definitivo concluso con decreto dirigenziale della Regione Campania n. 671 del 26/11/2009 …”, talché – a suo dire – il Comune di Casoria non avrebbe “competenza a convocare una conferenza di servizi”.
Poi- meraviglia delle meraviglie…- facendosi portavoce di soggetti più persuasivi (oggi come allora…evidentemente…perché gli stessi soggetti hanno sempre supportato l’ARIN nelle loro idee progettuali ) la società ha maldestramente ritenuto di richiedere un incontro – di cui francamente- alla luce dei fatti appena esposti- non ne capisco l’intento e, per di più, al di fuori dell’unica sede deputata ad una risoluzione definitiva della questione.
Ad una siffatta modalità di comunicazione, alquanto discutibile, in qualità di primo cittadino e capo dell’Amministrazione ho espresso il mio diniego.
Fermo nel mio intento, procedo – con il beneplacito di S.E. il Prefetto di Napoli- imperterrito, affinché la Regione Campania indìca la Conferenza dei Servizi : condizione unica per la rivisitazione globale dell’autorizzazione regionale n. 671 del 26/11/2009, che si traduca nell’annullamento della stessa autorizzazione in autotutela.
Questa è la strada unica per rispondere alle aspirazioni dei miei concittadini preoccupati delle implicazioni negative- ambientali e sanitarie- che potrebbero derivare dalla costruzione della centrale.
E’ mio dovere agire perché questo non accada.
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